Sottosopra

Il mondo sottosopra è ancora questo. Dopo tanti anno passati a ripulire la lingua da scorrettezze politiche e ideologiche grandi e piccole, dirette ed indirette, facili e difficili (non riesco ancora a non usare Ambaradan, e meno che meno a correggere gli altri). Con risultati ovviamente imperfetti.

Qualcosa che non è ancora passata sotto la lente è il concetto troppo spesso ancora sentito è il “lavoro umile”. La piramide valoriale che ci sta sopra è fin troppo nota, ma ancora non scalfitta. Certo ci ha provato il comunismo con l’innalzamento a categoria “apicale” quella del proletariato. Che non esiste più, ed in ogni caso non è mai stato il solo punto di riferimento. Ma rifiuto a tutt’oggi di pensare che un primario di ospedale (un esempio a caso) appartiene ad una categoria meno umile di un portinaio. I meriti per la società, per l’ambiente, il rigore morale sono tutti da dimostrare per entrambi. Io se vogliamo ho il mio pregiudizio a favore di quest’ultimo. Mi sono sempre detto che erano stereotipi ma frequentando le categorie dei manager mi sto convincendo sempre più che è forse più facile ma certamente più puro un lavoro più concreto e vero.

La frase più bella della bellissima canzone di Rino Gaetano è “e la pioggia che spesso t’infanga”. C’è chi è ancora in contatto con la natura e il mondo reale.

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