Giusto!

In un bell’articolo “La forma della Tecnologia” sul Le Scienze Michele Bellone affronta, richiamando anche un libro di Amitav Ghosh “La grande cecità”, fra le altre cose, l’incapacità della letteratura alta di affrontare in modo centrale la questione ambientale.

Che sia intimismo o critica sociale, la letteratura ma anche in parte il cinema è in ogni caso sempre focalizzata sull’uomo, disprezza la tecnica e la tecnologia, e soprattutto non mette mai al centro altro che l’uomo o l’umanità. Come se la catastrofe ambientale fosse poi qualcosa di esterno.

Le rappresentazioni sono confinate nella fantascienza e finiscono poi spesso per essere rappresentate dalle formule distopiche tanto in voga.

Letterati e registi impegnati, anche sul tema ambientale, stanno alla larga dall’argomento nelle loro opere, nè in particolare creano nuove coscienze o sensibilità. O non entrano mai completamente nel merito.

Nella costituzione l’ambiente è entrato come valore, ma non nella testa dei letterati, che lo lasciano come sfondo narrativo.

Il mio pessimismo non diminuisce.

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