Ecologia e tradizionalismo

Diciamolo pure: chi è contrario all’ecologia (per me risulta incredibile ma è così) a differenza forse degli ecologisti, non porta quasi mai argomenti raffinati per sostenere le proprie tesi. Di solito sono unicamente legate allo scarso valore pragmatico dell’ecologia, che si contrappone appunto al profitto e all’utilità dei singoli.

Da qualche tempo però si vedono tentativi vagamente più articolati anche se molto retorici di affrontare la cosa. La centralità dell’uomo. Non commento l’affermazione in se, ma è interessante che provenga da chi si definisce tradizionalista.

Una fetta rilevante del mondo ecologico ha l’obiettivo di conservare l’amiente in quanto parte del paesaggio e in particolare di preservare il mondo com’era, e cosa è più parte della tradizione di questo?

Perchè se in una scuola manca un presepe questo è una ferita alle tradizioni, mentre se non nevica più no?

Forse la risposta più ovvia è che tutto ciò viene da politici, e tra di essi da quelli più cinici.

Hamburger vegetali

Abbiamo notato che per motivi vari gli Hamburger vegetali costano troppo. I vari motivi immaginiamo siano oltre all’inflazione delle valutazioni di marketing sugli acquirenti.

Abbiamo perciò deciso di buttarci nel business degli hamburger casalinghi, cioè li facciamo casa (ovviamente solo per nostro consumo).

Ingredienti:

Per 8 Hamburger partiamo dalla versione a base di patate:

  1. 200 grammi di patate
  2. 150 grammi di verdura principale (carote, zucchine o melanzane)
  3. 50 grammi di verdura complementare (qualsiasi altra che completi il sapore, per esempio cipolle, cavoli, pomodori, broccoli, piselli, ecc.
  4. 50 grammi di pangrattato integrale
  5. 50 grammi di olio EVO
  6. Pepe, sale, noce moscata, curcuma

Totale: 500 g che direi poprio bastano, sono 62,5 g

In linea di massima le patate cotte si schiacciano con forchetta o lo schiacciapatate e le altre verdure (tutte lessate al dente) si grattuggiano.

Uso il coppapasta per creare gli hamburger, e la farina di semola per non farle attaccare.

Da cuocere in abbondante olio caldo

La Destra

Cerco sempre di liberarmi dai pregiudizi, ma qui mi arrendo. Ho partecipato alla manifestazione per il ricordo di Mahsa Amini e la democrazia in Iran. Certo le persone di destra non è che si riconoscono in qualche modo, ma io non ne ho viste. Me ne sono sorpreso: uma manifestazione contro l’estremismo di un governo islamico non dovrebbe essere un argomento che gli sta a cuore?

Mi vengono in mente poi le parole della Meloni sul Sovranismo e il Nazionalismo: i paesi sovranisti dell’unione europea, che non aiutano l’italia nella gestione degli immigrati, lei li capisce: fanno i loro interessi.

(“Non sono delusa dall’atteggiamento di Polonia e Ungheria. Non sono mai delusa da chi difende i propri interessi nazionali. La scelta di Polonia e Ungheria non riguarda quella che è la mia priorità in tema di immigrazione, cioè la dimensione esterna, riguarda la dimensione interna, cioè il Patto di immigrazione e asilo”)

Ecco il motivo per cui poi non partecipano alle manifestazioni. Non è di loro interesse la questione dell’Iran.

Facilissimo.

I Soldi

I soldi sono come la droga, pochissime persone che ne hanno tanti riescono a controllarli, quasi tutte ne diventano schiave.

I soldi come le peggiori droghe influiscono sulla tua moralità, contatto con la realtà.

Peggio delle droghe, comincia a far vedere il mondo con la lente dei soldi, misurare tutto e tutti tramite loro.

Potrebbero sembrare banalità, per una larga fascia di persone lo è. Ci sono altri che invece sono totalmente rapiti dal potere mentale dei soldi, anche se non ce li ha.

Giusto!

In un bell’articolo “La forma della Tecnologia” sul Le Scienze Michele Bellone affronta, richiamando anche un libro di Amitav Ghosh “La grande cecità”, fra le altre cose, l’incapacità della letteratura alta di affrontare in modo centrale la questione ambientale.

Che sia intimismo o critica sociale, la letteratura ma anche in parte il cinema è in ogni caso sempre focalizzata sull’uomo, disprezza la tecnica e la tecnologia, e soprattutto non mette mai al centro altro che l’uomo o l’umanità. Come se la catastrofe ambientale fosse poi qualcosa di esterno.

Le rappresentazioni sono confinate nella fantascienza e finiscono poi spesso per essere rappresentate dalle formule distopiche tanto in voga.

Letterati e registi impegnati, anche sul tema ambientale, stanno alla larga dall’argomento nelle loro opere, nè in particolare creano nuove coscienze o sensibilità. O non entrano mai completamente nel merito.

Nella costituzione l’ambiente è entrato come valore, ma non nella testa dei letterati, che lo lasciano come sfondo narrativo.

Il mio pessimismo non diminuisce.

Sottosopra

Il mondo sottosopra è ancora questo. Dopo tanti anno passati a ripulire la lingua da scorrettezze politiche e ideologiche grandi e piccole, dirette ed indirette, facili e difficili (non riesco ancora a non usare Ambaradan, e meno che meno a correggere gli altri). Con risultati ovviamente imperfetti.

Qualcosa che non è ancora passata sotto la lente è il concetto troppo spesso ancora sentito è il “lavoro umile”. La piramide valoriale che ci sta sopra è fin troppo nota, ma ancora non scalfitta. Certo ci ha provato il comunismo con l’innalzamento a categoria “apicale” quella del proletariato. Che non esiste più, ed in ogni caso non è mai stato il solo punto di riferimento. Ma rifiuto a tutt’oggi di pensare che un primario di ospedale (un esempio a caso) appartiene ad una categoria meno umile di un portinaio. I meriti per la società, per l’ambiente, il rigore morale sono tutti da dimostrare per entrambi. Io se vogliamo ho il mio pregiudizio a favore di quest’ultimo. Mi sono sempre detto che erano stereotipi ma frequentando le categorie dei manager mi sto convincendo sempre più che è forse più facile ma certamente più puro un lavoro più concreto e vero.

La frase più bella della bellissima canzone di Rino Gaetano è “e la pioggia che spesso t’infanga”. C’è chi è ancora in contatto con la natura e il mondo reale.

Viaggio in calabria

Un giorno – era circa il 1992 – ho fatto un viaggio con un mio amico, che si è trasformato presto in un’avventura, per andare in Calabria a portare i cani.

Non vi racconterò l’avventura.

Arrivato in Calabria abbiamo cominciato il grand tour dei saluti ai suoi parenti.

Il primo viveva in una casetta, era un pensionato che aveva fatto il contadino, e aveva una evidente bassa scolarità.

Non dirò che era una persona semplice.

Con approccio da spocchioso antropologo, gli ho chiesto cosa ne pensava di Berlusconi. La sua prima frase è stata pressappoco: “Il mondo non si divide in destra e sinistra ma in ricchi e poveri”.

I libri, la cultura, il sapere, bah. Non avrebbero avuto mai più lo stesso sapore.

summer sunset in Calabria

una vita in pillole